Master di I livello in “Analista delle Politiche Internazionali di Difesa e Sicurezza”, attivato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (DEMS) dell’Università degli Studi di Palermo.
Master di I livello in “Analista delle Politiche Internazionali di Difesa e Sicurezza”, attivato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (DEMS) dell’Università degli Studi di Palermo.
Il 27 settembre 2024 abbiamo rinnovato i nostri organismi. L'assemblea ha eletto presidente Antonella Meniconi e membri del consiglio direttivo Marcella Aglietti, Andrea Becherucci, Pasquale Beneduce, Silvia Benussi, Leonardo Pompeo D'Alessandro, Angela De Benedictis, Giacomo Demarchi, Laura Di Fiore, Elena Gaetana Faraci, Sandro Guerrieri, Michela Minesso, Daniela Novarese, Giorgio Scichilone, Sonia Scognamiglio, Francesco Soddu, Leonida Tedoldi, Giovanna Tosatti, Elena Vigilante, Stefano Vitali. Sono entrati a far parte del collegio dei probiviri Giampiero Buonomo, Patrizia Ferrara, Dora Marrucco.
Segnaliamo il testo in italiano del rapporto presentato da Mario Draghi su “Il futuro della competitività europea”
Fonte: https://www.eunews.it/2024/09/09/il-rapporto-draghi-in-italiano/?s=08
In occasione del Centenario dell’Università degli studi di Milano, il Dipartimento di Studi Storici organizza una mostra storica dal titolo Donne in cattedra. Le docenti dell’Università degli Studi di Milano, 1924-2024, che si terrà in via Festa del Perdono, 7, presso il Loggiato del Rettorato.
La mostra, curata da Michela Minesso, sarà inaugurata il prossimo 20 settembre 2024 e sarà visitabile gratuitamente dal 23 settembre al 14 ottobre.
Bando per il conferimento di quattro assegni di ricerca post-doc in “Global History and Governance” presso la Scuola Superiore Meridionale di Napoli.
Scadenza 15 Ottobre 2024
La Scuola rilascia un diploma di specializzazione ai sensi del DM 31 gennaio 2006 (Riassetto delle Scuole di specializzazione nel settore della tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale), finalizzato a fornire le competenze per dirigere archivi, biblioteche e centri di documentazione e per occupare posizioni di responsabilità al loro interno. Il titolo è requisito necessario per partecipare ai concorsi per archivista di Stato e per bibliotecario banditi dal MIBAC.
Serie curata da Guido Melis e Alessandro Natalini, con la collaborazione di Giulio Francisci e Gaetano Petraglia, realizzata all’interno degli spazi dell’Archivio centrale dello Stato, ente promotore del progetto, in collaborazione con la Società per gli studi di storia delle istituzioni e l’Università di Roma LUMSA.
Le video testimonianze completano un progetto di ricerca svoltosi negli anni passati sul tema degli Uffici di diretta collaborazione nell’Italia repubblicana e rappresentano un contributo imprescindibile per i ricercatori e i cittadini desiderosi di approfondire la storia dell’amministrazione italiana e delle istituzioni democratiche.
Le riprese sono state effettuate nel nuovo spazio museale permanente “Lo scrigno della memoria”, realizzato dall’Archivio Centrale dello Stato per scopi didattico-divulgativi, in cui sono esposti documenti, cimeli, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi particolarmente rappresentativi della storia del nostro Paese, dal Risorgimento alla Repubblica.
Lo scorso nove febbraio è stato depositato il parere del Consiglio di Stato in merito allo schema del
nuovo Regolamento del Ministero della Cultura, adottato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ai
sensi dell’art. 13 del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito con modificazioni in legge 16 dicembre 2022, n. 204, che sostituisce il precedente Regolamento approvato con DPCM, 2 dicembre 2019, n. 169.
Quest’ultimo Regolamento aveva previsto che l’Archivio Centrale dello Stato fosse diretto da un
dirigente di prima fascia, in grado di assicurare al principale istituto archivistico nazionale
l’autonomia scientifica e di gestione, prevista dalla normativa e soprattutto richiesta dall’importanza
del patrimonio conservato e dalle attività che vi si svolgono, fra le quali quella della realizzazione del Polo di conservazione degli archivi digitali dello Stato, finanziata nell’ambito del PNRR.
Il nuovo regolamento, sul quale si è pronunciato il Consiglio di Stato, prevede invece un
declassamento della figura apicale dell’Archivio centrale dello Stato, affidando la sua Direzione ad
un dirigente di seconda fascia nominato dal Direttore generale archivi. Questa previsione è stata
giustamente oggetto di censura da parte del Consiglio di Stato, così come lo era stata nel parere
espresso sul medesimo schema di regolamento dal Consiglio superiore dei beni culturali e
paesaggistici nella seduta del 1 dicembre 2023 che ha chiesto di “mantenere per l’Archivio Centrale
dello Stato la posizione dirigenziale di prima fascia così come accade in tutti i paesi per i
corrispondenti archivi nazionali, uffici di livello apicale rispetto agli altri istituti archivistici”.Per parte sua il Consiglio di Stato ha opportunamente sottolineato che l’attribuzione della Direzione
dell’ACS ad un dirigente di seconda fascia non è in grado si salvaguardare l’autonomia tecnico
scientifica dell’Istituto né appare consono alla rilevanza delle sue funzioni “all’interno
dell’organizzazione statale nel suo complesso” per il ruolo che esso svolge di custode degli archivi
storici degli organi centrali dello Stato e dei principali enti di importanza nazionale. Il Consiglio di
stato richiede perciò che il Ministero sottoponga la scelta compiuta ad “attenta ponderazione eriflessione” e suggerisce di individuare altre soluzioni in grado di evitare di derubricare o declassare
il rilievo organizzativo e funzionale dell’ACS, pronunciandosi in sostanza per l’affidamento della
Direzione dell’ACS ad una sorta di diarchia costituita dal Direttore generale archivi, in qualità di
“titolare-preposto” e da un dirigente di seconda fascia con il ruolo di “coordinatore” degli uffici
dell’ACS e dei compiti a questi assegnati.
La Società per la storia delle istituzioni esprime forte preoccupazione di fronte all’ipotesi di
declassamento de facto della figura apicale dell’ACS, che ne indebolisce l’autorevolezza e la capacità di sostenere con la necessaria efficacia i compiti di custode del patrimonio archivistico nazionale in una fase particolarmente delicata nella quale la memoria documentaria novecentesca attende ancora di essere interamente messa a disposizione della ricerca storica mentre nuove sfide sono imposte dalle tecnologiche digitali che hanno rivoluzionato le modalità di produrre, conservare ed accedere ai documenti e agli archivi.
Condivide pertanto le forti riserve avanzate sul declassamento dell’ACS sia da parte del Consiglio
Superiore dei beni culturali e paesaggistici che del Consiglio di Stato. Ritiene tuttavia che la soluzione proposta da quest’ultimo non sia affatto adeguata alla salvaguardia del ruolo dell’ACS, ma che - al contrario – comporti una tale subordinazione da compromettere inevitabilmente l’autonomia tecnico scientifica dell’Istituto e da rendere inutilmente macchinosa e inefficiente la sua gestione, paralizzando le scelte e l’assunzione delle decisioni.
Auspica pertanto che il Consiglio dei ministri, consapevole dell’importanza della valorizzazione della memoria documentaria nazionale come espressione della sua identità e fondamentale strumento di conoscenza della sua storia, voglia continuare ad affidare la Direzione dell’Archivio Centrale dello Stato ad un dirigente di prima fascia, modificando in tal senso lo schema di regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura.
8 marzo 2024
Società per gli studi di storia delle istituzioni
La rivista dell'Associazione. Dal giugno del 1995, in pubblicazioni semestrali, raccoglie importanti contributi alla storiografia storico-istituzionale e ai suoi sviluppi, con speciale attenzione al suo rapporto con il patrimonio delle fonti.